Dieci lampade indimenticabili prodotte fra gli anni ’50 e ’70
21/08/2020
Le lampade selezionate per questo post sono state progettate e prodotte dagli anni ’50 agli anni ’70 del Novecento e ognuna di loro è, per ragioni diverse, un importante tassello nella storia dell’illuminazione d’interni. Ciò che le accomuna è il fatto che sono il frutto di un processo che ha sfruttato al meglio il know how e le tecnologie del proprio tempo. Ma c’è di più: queste lampade sono diventate dei classici perchè hanno in alcuni casi anticipato, in altri casi interpretato con intelligenza le tendenze creative, il clima culturale, e gli stili di vita del periodo nel quale sono state progettate dimostrando che, anche allora, non bastava applicare le tecnologie più all’avanguardia per realizzare un oggetto che ‘lasciasse il segno’. A distanza di molti anni la maggior parte di queste lampade è ancora in produzione.
Lampade Serge Mouille. Editions Serge Mouille
Non una, ma una intera collezione di eleganti lampade da terra, da soffitto e da parete quella disegnata e prodotta da Serge Mouille; un vero e proprio ‘classico’ degli anni ’50.
Realizzate in metallo laccato, prevalentemente di nero, le lampade di Mouille – che studiò da maestro argentiere prima di dedicarsi alla propria collezione – devono il loro successo all’inconfondibile forma organica, alla leggerezza visiva ottenuta grazie ai sottili profili che formano il sistema di bracci e riflettori e alla loro mobilità, che rende le lampade simili a opere d’ arte cinetica. Dal 1999 le lampade sono prodotte e commercializzate dalla ‘Editions Serge Mouille’, (fondata dalla moglie Gin Mouille), che continua a fabbricare la collezione originale, artigianalmente, numerando e certificando ciascun esemplare.
PH l’Artichoke, Poul Henningsen, 1958. Louis Poulsen Lighting
La serie PH prodotta da Louis Poulsen Lighting è stata per molto tempo uno dei simboli della modernità nel campo delle lampade a sospensione. La collezione che aprirà la strada al modello l’Artichoke, e che vinse la medaglia d’oro all”Exposition internationale des arts décoratifs et industriels moderne‘ a Parigi del 1925, è formata da un sistema di paralumi in metallo e vetro sovrapposti ed è già espressione compiuta della ricerca di Henningsen.
Disegnata nel 1958 per rispondere alla richiesta del ristorante modernista ‘Langelinie Pavillonen’ di Copenhagen, la PH Artichoke, all’epoca realizzata con 72 lamine in rame, diventò ben presto ‘di moda’, e fu molto utilizzata nei progetti di interior design dell’epoca. Il sistema di lamine sovrapposte che riflettono la luce, che contraddistingue tutti i modelli della famiglia PH, garantisce una perfetta emissione del flusso luminoso ed evita l’abbagliamento. La serie è diventata un classico dell’illuminazione ed è a tutt’oggi prodotta dalla stessa azienda che ha sviluppato anche modelli da terra, da tavolo e da parete.
Arco, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, 1962. Flos.
La lampada Arco ha rivoluzionato le consuete tipologie nelle quali erano suddivise le lampade.
Arco è una apparecchio che illumina dall’alto, proprio come una lampada a sospensione ma, a differenza delle lampade a sospensione che sono rigidamente legate a un punto luce a soffitto, si appoggia a terra e può quindi essere spostata per illuminare, dove serve, il piano di un tavolo.
Alla base è fissata un asta verticale e a questa tre settori ad arco (profilati in acciaio inox) che fanno da passacavo e permettono di posizionare in tre punti la cupola riflettente.
A proposito della base pesante, necessaria per bilanciare il peso, Achille Castiglioni in una intervista rilasciata a Ottagono nel 1970 affermava: “Pensammo al cemento prima, ma poi scegliemmo il marmo (Marmo bianco di Carrara) perché a parità di peso ci consentiva un minore ingombro e quindi, in relazione a una maggiore finitura, un minor costo. Nella Arco niente è decorativo: anche gli spigoli smussati della base hanno una funzione, cioè quella di non urtarci”. Nella base, che pesa circa 50 chili, è stato aperto un foro che serve per spostare la lampada con l’aiuto di un bastone. Molto conosciuta anche perchè utilizzata in molti film,(ricordiamo fra tanti 007, una cascata di diamanti, del 1971) vanta ancora oggi decine di imitazioni.
Astro Lava, Edward Craven Walker, 1963, Mathmos
Qualcuno sorriderà vedendo questa lampada che tutti conosciamo per il gran numero di imitazioni che sono state prodotte. Ma la Astro Lava è l’originale lampada da tavolo basata sugli effetti della combinazione di due sotanze immiscibili – cera in una soluzione oleosa – che creano effetti cromatici dinamici grazie a una fonte luminosa che riscalda la cera facendole assumere forme sempre differenti. Giustamente associata all’immaginario dell’epoca psichedelica, proprio per l’effetto ipnotico creato dal continuo trasformarsi di forme e colori, Astro lava è stata un vero e proprio simbolo del proprio tempo. Prodotta fino al 1963 da Lava World International è oggi prodotta da Mathmos.
Bulb, Ingo Maurer, Design M, 1966
‘Bulb’ – la prima lampada prodotta dall’azienda Design M fondata da Ingo Maurer a Monaco nel 1963 – è un tipico prodotto della cultura pop. Anticipando la giocosità e la sperimentazione applicate al progetto degli oggetti illuminanti che sarà evidente nei decenni a seguire, con questa lampada Ingo Maurer ha giocato con il concetto del ‘fuori scala’, disegnando un oggetto ‘surreale’ formato da una semplice lampadina ad incandescenza rinchiusa in una lampadina ingigantita di vetro soffiato con base in metallo.
ll team di Ingo Maurer ha di recente messo sul mercato una versione aggiornata e rimpicciolita della ‘Bulb’ chiamata ‘b bulb’, funzionante a batteria e ricaricabile via USB.
Eclisse, Vico Magistretti, 1965, Artemide.
Eclisse è una piccola lampada da tavolo a luce diretta o diffusa, studiata per permettere la regolazione manuale del flusso luminoso attraverso la rotazione di una paralume a semisfera inserito in un guscio esterno .
Grazie a questo principio, che rende attivo il rapporto fra utente e oggetto e consente di ottenere diverse intensità di luce, Eclisse ha riscosso molto successo, sia come lampada da lettura che come lampada per la notte, perfetta per le stanze dei bambini.
Eclisse, che ha vinto il compasso d’oro nel 1967 ed è esposta nei più importanti musei del design del mondo, è prodotta in metallo verniciato in tre colori da Artemide ed è tutt’ora in commercio.
KD27, Joe Colombo, 1967, Kartell.
Questa piccola lampada da tavolo è una testimone del periodo pionieristico delle lampade in materiale plastico negli anni ’60. In realtà Kartell, azienda leader nella produzione di oggetti in materiali polimerici, diede inizio alla sfida implementando un “settore illuminazione” già nel 1958, ma solo alla fine degli anni ’60, grazie alla collaborazione con alcuni designer come Giotto Stoppino e Joe Colombo si iniziarono ad immaginare nuove forme possibili grazie allo sviluppo dei materiali plastici. Joe Colombo, che aveva già disegnato per l’azienda la lampada a luce graduabile KD 8 nel 1965, è l’autore della lampada da tavolo KD27, prodotta con base in abs e diffusore formato da una doppia calotta in metacrilato opalino. La lampada si inseriva perfettamente nel clima di sperimentazione e di libertà espressiva dell’epoca e fu prodotta anche una variante nella quale la base era completata da un portaoggetti.